La descrizione giudiziale informatica

La descrizione giudiziale informatica è un procedimento previsto dall’ordinamento italiano, in particolare nel contesto della tutela della proprietà intellettuale, della protezione dei dati digitali e delle indagini relative a reati informatici. Si tratta di un’attività di accertamento tecnico che ha lo scopo di cristallizzare lo stato di un sistema informatico, un dispositivo o un software, attraverso un’analisi forense condotta con il supporto di un consulente tecnico nominato dal giudice.

In quali casi può essere richiesta?

La descrizione giudiziale informatica può essere richiesta in diversi ambiti, tra cui:

  1. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
    • Violazioni di brevetti, marchi, diritti d’autore e segreti industriali (Art. 129 e 130 del Codice della Proprietà Industriale – D.Lgs. 30/2005).
    • Utilizzo non autorizzato di software o tecnologie protette.
  2. Reati informatici e digital forensics
    • Accesso abusivo a sistemi informatici (art. 615-ter c.p.).
    • Frodi informatiche e alterazione di dati (art. 640-ter c.p.).
    • Intercettazione illecita di comunicazioni informatiche (art. 617-quater c.p.).
  3. Cause civili e lavoro
    • Contenziosi aziendali in cui sia necessario acquisire prove su documenti digitali, email, cronologie di accesso o utilizzo di dispositivi aziendali.
    • Dispute tra dipendenti e datori di lavoro su presunti utilizzi impropri di strumenti aziendali.
  4. Contenziosi in ambito contrattuale e commerciale
    • Violazione di accordi di riservatezza e non concorrenza.
    • Alterazione di documenti digitali o prove elettroniche in una controversia commerciale.

Chi può richiederla?

La descrizione giudiziale informatica può essere richiesta da:

  • Parte lesa (azienda, privato, ente pubblico) che voglia acquisire prove digitali per tutelare i propri diritti.
  • Magistratura (PM o giudice), nel corso di procedimenti civili o penali.
  • Autorità giudiziaria su istanza di parte, se è necessario acquisire prove digitali con valore probatorio.

La richiesta può avvenire tramite un’istanza cautelare presentata presso il tribunale competente, chiedendo al giudice di nominare un CTU (Consulente Tecnico d’Ufficio) che esegua la descrizione.


Soggetti coinvolti

  1. Richiedente (persona fisica, azienda o ente pubblico).
  2. Tribunale e Giudice competente.
  3. Consulente Tecnico d’Ufficio (CTU), che si occupa dell’analisi forense.
  4. Consulente Tecnico di Parte (CTP), se le parti nominano esperti per supportare la propria posizione.
  5. Avvocati delle parti coinvolte.
  6. Personale tecnico o forense per l’acquisizione delle prove digitali.

Riferimenti normativi

  • Codice della Proprietà Industriale (D.Lgs. 30/2005, Art. 129 e 130) → disciplina la descrizione giudiziale per violazioni di proprietà intellettuale.
  • Codice di Procedura Civile (Art. 669-bis e seguenti) → disciplina i provvedimenti cautelari.
  • Codice Penale (art. 615-ter, 640-ter, 617-quater) → tutela da reati informatici e abusi.
  • Regolamento eIDAS (Regolamento UE 910/2014) → garantisce la validità giuridica delle prove digitali e della firma elettronica.
  • Normative GDPR e privacy (Regolamento UE 2016/679) → per il trattamento e la conservazione dei dati informatici acquisiti.

La descrizione giudiziale informatica in cause internazionali

Esistono diversi casi famosi in cui la descrizione giudiziale informatica è stata utilizzata per acquisire prove digitali. Alcuni esempi riguardano violazioni di proprietà intellettuale, indagini su reati informatici e dispute aziendali. Ecco alcuni casi di rilievo:

1. Caso Microsoft vs. UsedSoft (Corte di Giustizia UE, 2012)

Ambito: Proprietà intellettuale e licenze software
Descrizione: Microsoft contestava a UsedSoft la rivendita di licenze software usate senza il consenso del produttore. Per dimostrare la pratica, venne effettuata un’analisi forense sui server della società accusata.
Esito: La Corte stabilì che il diritto di distribuzione di un software si esaurisce con la prima vendita e che le licenze usate possono essere rivendute.
Importanza: Ha creato un precedente per la compravendita di licenze digitali usate.


2. Caso Volkswagen Dieselgate (2015-2016)

Ambito: Frode informatica e manipolazione software
Descrizione: Le autorità statunitensi e tedesche ordinarono un’analisi forense sui software di controllo delle emissioni installati nei veicoli Volkswagen. Il software riconosceva se l’auto fosse sottoposta a test e riduceva artificialmente le emissioni.
Esito: Volkswagen fu condannata a pagare miliardi di dollari in multe e risarcimenti.
Importanza: Dimostra come la digital forensics possa rivelare manipolazioni software in ambito industriale.


3. Caso Google vs. Oracle (2010-2021)

Ambito: Copyright su API software
Descrizione: Oracle accusò Google di aver copiato il codice delle API Java senza licenza per lo sviluppo di Android. La descrizione giudiziale informatica fu fondamentale per analizzare il codice e stabilire eventuali violazioni.
Esito: Dopo anni di battaglie legali, la Corte Suprema degli Stati Uniti stabilì nel 2021 che l’uso delle API rientrava nel fair use.
Importanza: Ha ridefinito il concetto di copyright nel settore del software.


4. Caso Cambridge Analytica – Facebook (2018)

Ambito: Privacy e protezione dati
Descrizione: Durante lo scandalo, gli investigatori hanno acquisito e analizzato i server e le comunicazioni interne di Cambridge Analytica per determinare il modo in cui erano stati raccolti e utilizzati i dati di milioni di utenti Facebook senza consenso.
Esito: Cambridge Analytica chiuse, Facebook fu multata per miliardi di dollari per violazioni della privacy.
Importanza: Ha portato a una maggiore regolamentazione sulla protezione dei dati e alla revisione del GDPR.


5. Caso Hacking Team (2015)

Ambito: Sicurezza informatica e fuga di dati
Descrizione: Hacking Team, azienda italiana che sviluppava spyware per governi, subì un attacco informatico e il furto di dati riservati. L’analisi forense tentò di ricostruire l’attacco e identificare gli autori.
Esito: Il caso evidenziò il problema dell’uso di software di sorveglianza da parte di governi e organizzazioni.
Importanza: Ha influenzato la regolamentazione sulla vendita di spyware a enti pubblici.


La descrizione giudiziale informatica in casi italiani

, ci sono stati diversi casi italiani in cui la descrizione giudiziale informatica è stata utilizzata per acquisire prove digitali in ambito penale, civile e aziendale. Ecco alcuni esempi rilevanti:


1. Caso Eni vs. Report (2018-2019)

Ambito: Diffamazione e acquisizione di prove digitali
Descrizione: Eni, colosso energetico italiano, denunciò la trasmissione “Report” di Rai3 per presunta diffamazione riguardo a un’inchiesta su corruzione internazionale. La società chiese la descrizione giudiziale informatica per analizzare il materiale utilizzato dai giornalisti e verificare la provenienza dei documenti.
Esito: La richiesta venne respinta per tutelare la libertà di stampa.
Importanza: Ha evidenziato il conflitto tra la protezione delle fonti giornalistiche e il diritto delle aziende a difendersi da eventuali diffamazioni.


2. Caso “Ex Ilva” (Acciaierie di Taranto, 2019-2021)

Ambito: Frode informatica e alterazione dati ambientali
Descrizione: L’inchiesta sull’ex Ilva di Taranto ha rivelato che alcuni dirigenti avrebbero manipolato i dati sulle emissioni inquinanti per evitare sanzioni. La magistratura ha disposto una descrizione giudiziale informatica sui server aziendali per acquisire le prove delle alterazioni nei sistemi di monitoraggio.
Esito: L’inchiesta è ancora in corso, ma ha portato alla sospensione di diversi dirigenti e all’intervento dello Stato nella gestione dell’azienda.
Importanza: Ha dimostrato l’uso della digital forensics per combattere reati ambientali.


3. Caso “Rimborsopoli Regione Lazio” (2012-2013)

Ambito: Frode e utilizzo illecito di fondi pubblici
Descrizione: Nell’indagine sui rimborsi illeciti dei consiglieri regionali del Lazio, venne richiesta una descrizione giudiziale informatica per esaminare documenti digitali, email e file contabili presenti nei computer degli indagati.
Esito: L’indagine portò a dimissioni e condanne per vari esponenti politici.
Importanza: Ha dimostrato come l’analisi forense possa essere fondamentale per smascherare reati di corruzione e frode.


4. Caso Juventus e le “Carte Segrete” (2022-2023)

Ambito: Falsificazione di bilanci e manipolazione contabile
Descrizione: Nell’inchiesta sulla Juventus e le presunte plusvalenze fittizie, la magistratura ordinò la descrizione giudiziale informatica per analizzare le email e i documenti contabili interni del club.
Esito: L’indagine portò a sanzioni per la società e alla penalizzazione in classifica per la stagione 2022-23.
Importanza: Ha evidenziato l’importanza della digital forensics nelle indagini finanziarie.


5. Caso “Delitto di Garlasco” (2007-2016)

Ambito: Omicidio e analisi di dati digitali
Descrizione: Nel processo contro Alberto Stasi per l’omicidio di Chiara Poggi, la difesa basò parte della strategia su un analisi forense del computer dell’imputato, sostenendo che l’uso del PC dimostrasse la sua innocenza. La Procura richiese una descrizione giudiziale informatica per verificare la reale attività sul dispositivo.
Esito: Dopo varie sentenze contrastanti, Stasi fu definitivamente condannato nel 2016.
Importanza: Ha dimostrato il peso delle prove digitali nei processi penali.


Conclusione

I casi riportati mostrano come la descrizione giudiziale informatica sia stata cruciale per raccogliere prove digitali in diversi settori, dalla proprietà intellettuale alla frode informatica e alla privacy.

In Italia, la descrizione giudiziale informatica è stata impiegata in casi di corruzione, reati ambientali, frodi finanziarie e persino omicidi. Questa procedura è diventata uno strumento essenziale per cristallizzare le prove digitali prima che possano essere alterate o distrutte.

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